Viviamo in un contesto
agiato, bambagioso, la nostra mente si nutre di cibo cosparso di salse insulse
fatte con il nulla, per le quali ci vengono decantate eccezionali qualità. Ci
abbuffiamo di frivolezze e beni che ricoprono ormai un’importanza quasi vitale.
La TV di ultima generazione, la banda sempre più larga, l’ultima auto
intelligente sul mercato e, ovviamente, a basse emissioni. Le azioni in banca
che con il nostro misero investimento ci portano alcuni spiccioli, il nostro
nuovo impianto fotovoltaico sul tetto, le nostre immagini sui social che ci
danno molti consensi e che accrescono il nostro smisurato culto della
personalità.
Questi sono i valori
importanti per la società di oggi, a grandi linee.
Poi, nel nostro intimo
viviamo le nostre certezze come il pagare l’ultima fattura della cassa malati
che ci assicura assistenza, in teoria, se non siamo troppo gravi. Le
assicurazioni per la pensione e il terzo pilastro, quelle sulla casa che ci
danno tanto conforto per addormentarci sereni la sera.
Aggiungiamo la vita
sociale che con un caffè al bar ci rende partecipi della vita di paese e
quell’andare al ristorante ogni tanto, che ci fa bene, per mangiare qualcosa in
compagnia. Poi la nostra partecipazione a qualsiasi evento, seppur palloso, per
vitalizzare la vita culturale in Valle. Questa è vita!
Metter su famiglia e
crescere i figli nel modo migliore, assicurandogli in qualsiasi modo la
serenità più assoluta.
Colmando la voragine
del nostro ego ci stanno pure le vacanze in posti sconosciuti o nelle regioni
“che hanno bisogno” e facciamo volontariato per guarirci da quel vuoto che
sentiamo, per donare noi stessi agli altri. Sentendoci intimamente guaritori di
noi stessi, senza capire il perché ci sentiamo malati.
Viviamo nel tentativo
di generare dei ricordi che sono finalizzati unicamente per soddisfare i nostri
bisogni di apparire interessanti al prossimo e viviamo il presente
riprendendoci con il cellulare. Ma così ci sentiamo vivi, moderni e partecipi
della nostra epoca, migliori, vincitori, tronfi come tacchini! Ma siamo mai
stati tanto superficiali e vuoti?
Fermiamoci un attimo.
Ragioniamo. Tutto questo ci fa sentire migliori? Vincenti? Sì, con tutta
probabilità sì. Ma se tutto questo splendido mondo, nel nostro modo occidentale
di concepire la vita, dovesse finire, cosa faremmo?
Mettiamo che per
esempio l’intero globo dovesse nuovamente virare verso una nuova guerra
mondiale, tecnologicamente totale e devastante. È davvero così
impensabile?
I giochetti e
l’astuzia delle nostre banche durante l’ultima grande guerra sarebbero inutili
con la conseguenza che questo pezzettino di formaggio verrebbe probabilmente
fagocitato nel tempo di una scorreggia. Come cambierebbero le nostre vite? Le
banche, le assicurazioni, la casa, la vita sociale, gli optional, le auto di
lusso e tutto il resto? Si tramuterebbero in cenere, grigia e sterile.
Come ci sentiremmo in
quella situazione? Delle merde? Impotenti e piccolissimi, giusto? Proprio così,
ci sentiremmo vulnerabili, nudi, sciolti.
Quegli idioti discorsi
fascisti, sentiti dai tavoli rotondi nei nostri bar, dove si inneggiava al
fatto che gli immigrati dovrebbero tutti marcire galleggiando sul mare, che gli
sporchi negri dovrebbero starsene a casa loro perché poi vengono da noi per
spacciare cocaina, stuprare, o ancor più vilmente infettare la nostra cultura e
importare religioni che non vorremmo. Questi vaneggiamenti diventerebbero degli
argomenti obsoleti, dimenticati, sovrapposti a quelli che giustificherebbero le
molte partenze dai nostri villaggi.
Chi, anche noi, in
caso di guerra e povertà non partirebbe con la propria famiglia per assicurare
un futuro migliore e sicuro ai propri figli? Soprattutto, chi non vorrebbe
vederli vivi il più a lungo possibile?
Secondo l’ACLED (Armed
Conflict Location & Event Data Project) negli ultimi due anni sono morte
quasi 200'000 persone a causa di conflitti armati, rivolte e guerriglia legata
al narco-traffico. La maggior parte delle vittime sono riscontrate in
medio-oriente. Afghanistan e Siria a pari merito, con circa 70'000 decessi
ciascuno. Sono diventate, indiscussamente, le regioni più a rischio nel mondo.
Aggiungiamo che i paesi più poveri sono “in via di sviluppo” da decenni e mantenuti tali. Non raggiungeranno mai il nostro stile di vita perché vengono depredati delle loro risorse, affinché l’occidente possa prosperare e chiaramente rincorrere la crescita del PIL.
Secondo Jason Hickel, antropologo e scrittore, nonché professore in numerose università, nel mondo sono 4,3 miliardi le persone che vivono con meno di 5 dollari al giorno mentre le 8 persone più ricche possiedono un patrimonio pari alla metà di quello della popolazione indigente al mondo. Probabilmente gli altri ricchi coprono di gran lunga l’altra metà.
Direi che la ricetta è
completa. È un fatto assodato che dall’alba dei tempi guerra e povertà portano
a grandi migrazioni.
Le persone che vi
invito a considerare sono quelle che, tutt’ora, stanno vivendo ciò di cui
sopra, private della dignità. Derubati anche del passaporto, quindi private
anche dell’identità. Persone, famiglie, comunità intere danno tutti i loro
averi a presunti salvatori che li inviano verso campi dove la tortura e gli
stupri sono all’ordine del giorno, in attesa della partenza verso l’agognato
occidente. Luoghi dove Satana stesso proverebbe un minimo di umanità.
Individui che con il
vago ricordo delle loro certezze, oggi, in questo preciso momento, stanno
salendo su un barcone instabile per sfuggire agli obbrobri della guerra, delle
fucilazioni, delle atrocità che solo la malvagità umana può perseguire. Loro,
quello spettro grigio neutro che noi apparentemente metabolizziamo durante i Tg
della sera e che regolarmente dimentichiamo.
Loro le nostre più
oscure paure le stanno vivendo nel mondo reale. Loro che hanno perso la
famiglia. Loro che sono stati costretti a vedere con i loro occhi gli abusi e
le violenze sui propri cari. Loro che cercano di prolungare la propria vita
affinché anche solo l’ultimo dei loro figli possa sopravvivere, per amore,
l’unico vero sentimento che dovrebbe appartenere al genere umano.
Anche solo per
gratitudine al fato che ci ha fatto nascere in questo minuscolo appezzamento
sulla Terra, dovremmo aprire le nostre menti, come porte, ed accogliere queste
persone. Senza aver paura di rovinare il nostro bel giardinetto!
L’evoluzione di una
civiltà è misurabile dal quanto si prende cura dei più bisognosi!
Evolviamoci e aiutiamo
il prossimo per davvero. Cestiniamo le proposte della destra politica che vede
l’aiuto al prossimo come il favorire la volpe che vuole distruggere il pollaio.
Comprendiamo quanto sia basilare anche solo un piccolo pensiero positivo, aggiunto
a molti altri, per detronizzare coloro che ne dicono male, e guardiamo avanti
aiutando il prossimo, davvero, nel nostro piccolo.
Un semplice e basilare strumento, nella nostra esistenza da svizzeri, è il voto. Usiamolo in modo intelligente per sostenere chi, nel mondo, ha davvero bisogno! Non noi, ma loro! Il prossimo, tanto acclamato nelle Sacre Scritture sulle quali basiamo la nostra esistenza spirituale. Proprio lui, il prossimo, di qualsiasi colore o provenienza.
Mettiamoci nei panni
di chi la ferocia umana la vive quotidianamente e facciamo un passo avanti,
moderno per davvero e apriamo gli occhi. Blocchiamo gli intenti della destra
populista e il loro impegno nella disinformazione, atta ad incretinire le
folle.
Il voto è un diritto
che ci siamo guadagnati con tanta fatica e ora, nella nostra bambagiosa
esistenza, usiamolo perlomeno a fin di bene!
Nerino
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