domenica 10 marzo 2019

Raccogli la palla!


Viviamo in un contesto agiato, bambagioso, la nostra mente si nutre di cibo cosparso di salse insulse fatte con il nulla, per le quali ci vengono decantate eccezionali qualità. Ci abbuffiamo di frivolezze e beni che ricoprono ormai un’importanza quasi vitale. La TV di ultima generazione, la banda sempre più larga, l’ultima auto intelligente sul mercato e, ovviamente, a basse emissioni. Le azioni in banca che con il nostro misero investimento ci portano alcuni spiccioli, il nostro nuovo impianto fotovoltaico sul tetto, le nostre immagini sui social che ci danno molti consensi e che accrescono il nostro smisurato culto della personalità.

Questi sono i valori importanti per la società di oggi, a grandi linee. 

Poi, nel nostro intimo viviamo le nostre certezze come il pagare l’ultima fattura della cassa malati che ci assicura assistenza, in teoria, se non siamo troppo gravi. Le assicurazioni per la pensione e il terzo pilastro, quelle sulla casa che ci danno tanto conforto per addormentarci sereni la sera. 

Aggiungiamo la vita sociale che con un caffè al bar ci rende partecipi della vita di paese e quell’andare al ristorante ogni tanto, che ci fa bene, per mangiare qualcosa in compagnia. Poi la nostra partecipazione a qualsiasi evento, seppur palloso, per vitalizzare la vita culturale in Valle. Questa è vita!

Metter su famiglia e crescere i figli nel modo migliore, assicurandogli in qualsiasi modo la serenità più assoluta. 

Colmando la voragine del nostro ego ci stanno pure le vacanze in posti sconosciuti o nelle regioni “che hanno bisogno” e facciamo volontariato per guarirci da quel vuoto che sentiamo, per donare noi stessi agli altri. Sentendoci intimamente guaritori di noi stessi, senza capire il perché ci sentiamo malati.

Viviamo nel tentativo di generare dei ricordi che sono finalizzati unicamente per soddisfare i nostri bisogni di apparire interessanti al prossimo e viviamo il presente riprendendoci con il cellulare. Ma così ci sentiamo vivi, moderni e partecipi della nostra epoca, migliori, vincitori, tronfi come tacchini! Ma siamo mai stati tanto superficiali e vuoti?

Fermiamoci un attimo. Ragioniamo. Tutto questo ci fa sentire migliori? Vincenti? Sì, con tutta probabilità sì. Ma se tutto questo splendido mondo, nel nostro modo occidentale di concepire la vita, dovesse finire, cosa faremmo? 

Mettiamo che per esempio l’intero globo dovesse nuovamente virare verso una nuova guerra mondiale, tecnologicamente totale e devastante. È davvero così impensabile? 

I giochetti e l’astuzia delle nostre banche durante l’ultima grande guerra sarebbero inutili con la conseguenza che questo pezzettino di formaggio verrebbe probabilmente fagocitato nel tempo di una scorreggia. Come cambierebbero le nostre vite? Le banche, le assicurazioni, la casa, la vita sociale, gli optional, le auto di lusso e tutto il resto? Si tramuterebbero in cenere, grigia e sterile.
Come ci sentiremmo in quella situazione? Delle merde? Impotenti e piccolissimi, giusto? Proprio così, ci sentiremmo vulnerabili, nudi, sciolti. 

Quegli idioti discorsi fascisti, sentiti dai tavoli rotondi nei nostri bar, dove si inneggiava al fatto che gli immigrati dovrebbero tutti marcire galleggiando sul mare, che gli sporchi negri dovrebbero starsene a casa loro perché poi vengono da noi per spacciare cocaina, stuprare, o ancor più vilmente infettare la nostra cultura e importare religioni che non vorremmo. Questi vaneggiamenti diventerebbero degli argomenti obsoleti, dimenticati, sovrapposti a quelli che giustificherebbero le molte partenze dai nostri villaggi.

Chi, anche noi, in caso di guerra e povertà non partirebbe con la propria famiglia per assicurare un futuro migliore e sicuro ai propri figli? Soprattutto, chi non vorrebbe vederli vivi il più a lungo possibile?

Secondo l’ACLED (Armed Conflict Location & Event Data Project) negli ultimi due anni sono morte quasi 200'000 persone a causa di conflitti armati, rivolte e guerriglia legata al narco-traffico. La maggior parte delle vittime sono riscontrate in medio-oriente. Afghanistan e Siria a pari merito, con circa 70'000 decessi ciascuno. Sono diventate, indiscussamente, le regioni più a rischio nel mondo.

Aggiungiamo che i paesi più poveri sono “in via di sviluppo” da decenni e mantenuti tali. Non raggiungeranno mai il nostro stile di vita perché vengono depredati delle loro risorse, affinché l’occidente possa prosperare e chiaramente rincorrere la crescita del PIL.

Secondo Jason Hickel, antropologo e scrittore, nonché professore in numerose università, nel mondo sono 4,3 miliardi le persone che vivono con meno di 5 dollari al giorno mentre le 8 persone più ricche possiedono un patrimonio pari alla metà di quello della popolazione indigente al mondo. Probabilmente gli altri ricchi coprono di gran lunga l’altra metà.

Direi che la ricetta è completa. È un fatto assodato che dall’alba dei tempi guerra e povertà portano a grandi migrazioni. 

Le persone che vi invito a considerare sono quelle che, tutt’ora, stanno vivendo ciò di cui sopra, private della dignità. Derubati anche del passaporto, quindi private anche dell’identità. Persone, famiglie, comunità intere danno tutti i loro averi a presunti salvatori che li inviano verso campi dove la tortura e gli stupri sono all’ordine del giorno, in attesa della partenza verso l’agognato occidente. Luoghi dove Satana stesso proverebbe un minimo di umanità. 

Individui che con il vago ricordo delle loro certezze, oggi, in questo preciso momento, stanno salendo su un barcone instabile per sfuggire agli obbrobri della guerra, delle fucilazioni, delle atrocità che solo la malvagità umana può perseguire. Loro, quello spettro grigio neutro che noi apparentemente metabolizziamo durante i Tg della sera e che regolarmente dimentichiamo. 

Loro le nostre più oscure paure le stanno vivendo nel mondo reale. Loro che hanno perso la famiglia. Loro che sono stati costretti a vedere con i loro occhi gli abusi e le violenze sui propri cari. Loro che cercano di prolungare la propria vita affinché anche solo l’ultimo dei loro figli possa sopravvivere, per amore, l’unico vero sentimento che dovrebbe appartenere al genere umano.

Anche solo per gratitudine al fato che ci ha fatto nascere in questo minuscolo appezzamento sulla Terra, dovremmo aprire le nostre menti, come porte, ed accogliere queste persone. Senza aver paura di rovinare il nostro bel giardinetto!

L’evoluzione di una civiltà è misurabile dal quanto si prende cura dei più bisognosi!

Evolviamoci e aiutiamo il prossimo per davvero. Cestiniamo le proposte della destra politica che vede l’aiuto al prossimo come il favorire la volpe che vuole distruggere il pollaio. Comprendiamo quanto sia basilare anche solo un piccolo pensiero positivo, aggiunto a molti altri, per detronizzare coloro che ne dicono male, e guardiamo avanti aiutando il prossimo, davvero, nel nostro piccolo.

Un semplice e basilare strumento, nella nostra esistenza da svizzeri, è il voto. Usiamolo in modo intelligente per sostenere chi, nel mondo, ha davvero bisogno! Non noi, ma loro! Il prossimo, tanto acclamato nelle Sacre Scritture sulle quali basiamo la nostra esistenza spirituale. Proprio lui, il prossimo, di qualsiasi colore o provenienza.

Mettiamoci nei panni di chi la ferocia umana la vive quotidianamente e facciamo un passo avanti, moderno per davvero e apriamo gli occhi. Blocchiamo gli intenti della destra populista e il loro impegno nella disinformazione, atta ad incretinire le folle. 

Il voto è un diritto che ci siamo guadagnati con tanta fatica e ora, nella nostra bambagiosa esistenza, usiamolo perlomeno a fin di bene!


Nerino

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