martedì 30 aprile 2019

Il nuovo Ridotto Nazionale


Nel 1939 il Fascio italiano era già una realtà consolidata da più di un decennio e il Terzo Reich arrivò al punto di invadere la Polonia, grazie anche alla farsa dell’attacco alla stazione radio tedesca di Gleiwitz. Fu un’astuta fake-news per giustificare, agli occhi dell’opinione pubblica tedesca, l’invasione-lampo che a distanza di pochi giorni fece scoppiare la seconda guerra mondiale.

La Svizzera era già accerchiata dal “Patto d’Acciaio” e cercò di ragionare sulla minaccia di una possibile invasione come poté. Il generale Guisan ebbe "l’illuminazione" di una strategia che avrebbe dovuto assicurare l’esistenza della Svizzera anche per le generazioni future. Dopo non poche difficoltà ricevette l’avallo del Consiglio Federale di applicare il Ridotto Nazionale. Ovvero mantenere le forze lungo i confini nazionali ma concentrare soprattutto l’esercito sulle alpi, con delle nuove fortificazioni, e convogliare le grandi unità sull’Altopiano e nella Svizzera francese. Come un castello dalle alte mura, con qualche torre di vedetta all'esterno. Nel 1942 tutto era pronto, mancava solo di far saltare le trasversali alpine per tagliare fuori tutto il resto!

La mossa del Ridotto Nazionale avrebbe, almeno in teoria, dissuaso l’eventuale invasore dall’attaccare la Svizzera, troppo difficile da sottomettere grazie alle asperità del territorio! In teoria, appunto, perché un esercito nettamente più numeroso, implacabile e insanguinato, strafatto di Pervitin, tecnologicamente molto più avanzato e preparato del nostro non avrebbe incontrato molti problemi nel conquistare l’Altopiano. Attaccando proprio la Svizzera centrale e poi pian piano accaparrarsi tutto il resto, con calma. La nostra aviazione contro la Luftwaffe? La nostra difesa contro la Wermacht? Un rapporto di mille a uno? L’esercito tedesco era a un tiro di schioppo dalla Svizzera e non sarebbe stato un grande impegno logistico indirizzarlo verso di noi. L’operazione “Tannenbaum” sarebbe stata quasi uno scherzo considerando l'imponente dispiego di forze per l'attacco alla Russia, che per come sono andate le cose, indirettamente, ci ha salvato la pelle. Poi, da non dimenticare, sono stati anche gli accordi sottobanco con le banche svizzere a rendere l’invasione controproducente per entrambi. Anche questo in teoria, perché avendo conquistato la Svizzera avrebbero conquistato anche tutto l'apparato bancario e i suoi enormi beni. Forse con qualche stratagemma strategico/politico avrebbero mantenuto in vita il mito svizzero, facendolo ancora funzionare e soprattutto rendere, in termini finanziari! Illazioni, ma chi lo sa come sarebbe andata..

Il Ridotto Nazionale, che mossa! La periferia diventò quindi sacrificabile! Noi, in Valposchiavo saremmo stati dati in pasto all’invasore, lasciandoci quasi completamente da soli. Mio nonno mi parlava sempre con orgoglio della “mobilitazione” alla quale prese parte per difendere la Patria. Un sentimento profondamente nobile ma forse non sapeva che se fossimo stati attaccati davvero la sua famiglia sarebbe stata lasciata sola al proprio tragico destino. Col senno di poi...

Si dice che dalla storia bisogna imparare e si dovrebbero evitare gli stessi errori per costruire il futuro. Ad ottant’anni di distanza possiamo ancora oggi percepire, pensandoci bene, una sorta di Ridotto Nazionale. La periferia è un peso superfluo, che ha più costi che benefici e gli investimenti volgono nella maggior parte verso l’Altopiano. Per Berna o Coira la periferia è un surplus. Dei luoghi di villeggiatura e poco più. Che dovrebbero essere animati, solamente durante le vacanze estive, da persone senza necessità o bisogni, gente di seconda o terza categoria.

Se ci sono dei tagli da fare è diventato quasi auspicabile che debbano essere oltre quella linea. In periferia!

I nostri progetti di sviluppo vengono spesso considerati minori e forse, un giorno, verranno accettati ma non senza difficoltà. Eppure il Canton Grigioni evita da anni il disavanzo ed è uno dei Cantoni svizzeri che vanno meglio dal lato finanziario!

Noi, che viviamo da questa parte della linea dobbiamo anche sopportare la sensazione che le cose più scontate, come un ospedale locale, la strada per Viano, siano quasi una donazione, un atto di beneficienza, che solo dopo molte lotte ci viene concesso. A pari condizioni credo che una persona nella mia stessa situazione di vita che vive a Coira versi le stesse cifre all’assicurazione sanitaria, la Cassa Malati o lo stesso premio per la tassa di circolazione. Davvero a pari condizioni?

Veniamo poco considerati già da giovanissimi, dovendo affrontare sfide importanti come un percorso formativo lontani da casa per studiare o lavorare, dovendo apprendere per forza di cose una lingua totalmente diversa da quella materna. Per noi è implicito che questa sia la realtà uscendo dalla scuola dell’obbligo, nella maggior parte dei casi. La valigia anzi meglio, la bulgia, è il nostro destino a sedici anni. Quasi ci trasferissimo in un altro Stato. Questo forgia il nostro carattere caparbio ma a quale prezzo? Sempre meglio dei mammoni che vivono alle spalle dei genitori per decenni, mi verrebbe da dire. Ma credo che sedici anni sia un po' troppo presto per raggiungere la quasi totale indipendenza, con i rischi che questo può comportare.

Spesso ci sentiamo pure un peso per il docente, che deve spendere qualche energia in più visto che a volte non capiamo appieno cosa sta spiegando.

Sarebbe bello poter avere in casa i figli anche durante gli studi maggiori, per accompagnarli nella vita fino al momento che possiamo considerarli davvero svezzati e soprattutto adulti! Questo i politiconi di Coira/Berna non lo vivono e non possono capirlo!

Il Canton Grigioni ostenta regolarmente la ricchezza di essere un Cantone che conta una popolazione suddivisa fra tre delle lingue nazionali ma, sempre regolarmente, dimostra che le periferie che parlano le altre lingue sono trascurabili.

Di esempi da fare ce ne sarebbero a iosa e ognuno di noi ne avrebbe da raccontare. Ragionate quindi su questo articolo, su questo pensiero e tirate le vostre conclusioni.

La gente di periferia è parte del popolo svizzero, paga le imposte come tale e dovrebbe esserci lo stesso "diritto allo sviluppo" su tutto il territorio nazionale. Non meriterebbe quindi, dopo ottant'anni da quella scelta discutibile, una considerazione maggiore? Questo fatto i benpensanti dei grandi centri, della nostra capitale, se lo scordano regolarmente e ai nostri rappresentanti non resta che trovare magri compromessi.

Della periferia non importa a nessuno. Siamo noi che dobbiamo lottare per essere riconosciuti come parte della Svizzera? Questo è ridicolo!

Quando prendo parte ai festeggiamenti del primo d’agosto mi vien spesso da sorridere in modo ironico e penso “fanculo al Ridotto Nazionale”!

Nerino


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