„Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come
bruti, ma per seguir virtute e canoscenza“
dal canto XXVI dell’Inferno Dante
Alighieri
Viviamo in
una società che sta gradualmente smarrendo i propri riferimenti culturali.
Diventa sempre più difficile capire da che parte stare: dove è il bene, dove il
male?
Molte
certezze sono andate in fumo e ci si ritrova spaesati; ci si guarda intorno con
la netta sensazione che le coordinate conosciute non valgono più. Verrebbe da
dire che non si sa più a che santo attaccarsi, ma anche i santi, in questa fase
storica, non se la passano molto bene!
Se la percezione dei cambiamenti
a livello politico, economico e sociale cominciano a far paura è relativamente
facile per delle persone impaurite diventare vittima di chi sfrutta appunto
queste emozioni. La realtà non è mai come sembra e c’è chi volontariamente la
dipinge più nera di quanto non sia. Sembra che solo il pessimismo abbia diritto
di cittadinanza alle nostre latitudini. Riuscire a far passare il messaggio che
stiamo vivendo sotto assedio, con orde di barbari pronti a invaderci, crea il
bisogno di essere difesi e protetti da chi le situazioni sembra conoscerle
meglio di noi. Perciò la necessità di delegare la soluzione di problemi veri o
presunti diventa impellente, improcrastinabile.
In Valle, da un po’ di tempo a
questa parte, c’è un nuovo attore: l’UDC. Questo partito ha deciso di fare un
bel lavaggio del cervello ai poschiavini. Il suo costante e martellante
insistere sul fatto che dall’esterno forze oscure minaccino il nostro impianto
culturale, politico, economico e sociale ha fatto breccia e purtroppo ci sono
molte persone che hanno smesso di pensare con la propria testa e di chiedersi
se la narrazione che viene proposta loro corrisponda al vero. Approfondire la
storia, capire le dinamiche soggiacenti è faticoso, richiede tempo e energia.
La maggioranza non ha molta voglia di analizzare tematiche complesse; studiare,
informarsi, farsi una propria idea... a che serve? Meglio cercare le soluzioni
preconfezionate da un qualche guru illuminato. Bisogna essere concisi e
stringati nelle analisi altrimenti la gente non ti ascolta, si annoia e passa
ad altro. L’UDC in fatto di slogan facili, banali, non ha pari. Bisogna parlare
alla pancia perché in termini di voti è più vantaggioso scagliarsi contro
qualcuno, demonizzandolo.
A Poschiavo si vive bene, c’è
un’ottima qualità di vita. Ma non è un’isola felice e come il resto della
Svizzera si trova confrontata con le problematiche che si vivono in tutta
Europa. E’ interessante notare come quando si parla di paura basta urlare „al
lupo al lupo“ e subito le persone cominciano a vedere lupi ovunque. L’esempio „all’orso
all’orso“ potrebbe essere ancora più calzante ma in questo senso i poschiavini
hanno già dato...
Creare la percezione che si viva
sotto assedio, anche se così non è, fa comodo soprattutto a chi è specializzato
nel lanciare allarmi. Purtroppo queste paure gonfiate ad arte vengono integrate
anche nei programmi elettorali degli altri partiti (da destra a sinistra). Fa
rabbrividire pensare che sia proprio l’UDC a dettare l’agenda politica. I cambi
di casacca (voltamarsina) sono all’ordine del giorno. Tanti votanti si spostano
un po’ più a destra non tanto perché ne condividano l’ideologia ma per
convenienza: se lavori in Valle devi andare d’accordo con tutti e se adesso
l’UDC è una forza riconosciuta ci si deve adeguare.
Questo modo di pensare
banalizza... il pensiero. Se una cosa esiste non significa che la si debba
accettare acriticamente. Gli adepti di Blocher sono liberi di credere che le
loro idee siano la panacea per tutti i mali. Ma i liberi pensatori, quelli che
prima di accettare acriticamente un’idea la valutano attentamente, esistono
ancora e farebbero bene a farsi sentire.
Non ci crederete ma ci sono
ancora persone che non si fidano delle chiacchiere da bar e nel dubbio
applicano la teoria dei tre setacci:
I tre setacci di Socrate
Un giorno Socrate fu avvicinato da un uomo in
piena agitazione che gli disse:
«Ascolta Socrate, ti devo raccontare qualcosa
d’importante sul tuo amico.»
«Aspetta un attimo», lo interruppe il saggio, «hai
fatto passare ciò che mi vuoi raccontare attraverso i tre setacci?»
«Tre setacci?»,
chiese l’altro meravigliato.
«Sì, mio caro, vediamo se ciò che mi vuoi
raccontare passa attraverso i tre setacci.
»
«Il primo setaccio è quello della verità:
sei convinto che tutto quello che mi vuoi dire sia vero?»
«In effetti no,
l’ho solo sentito raccontare da altri.»
«Ma allora l’hai
almeno passato al secondo setaccio,
quello della bontà? Anche se quello che vuoi raccontare non è del tutto vero, è
almeno qualcosa di buono?»
L’uomo rispose esitante: «Devo confessarti di no,
piuttosto il contrario...»
«E hai pensato al terzo setaccio? Ti sei chiesto a che
serva raccontarmi queste cose sul mio amico? Serve a qualcosa?» « Beh,
veramente no...»
«Vedi?», continuò il
saggio, «Se ciò che mi vuoi raccontare non è vero, né buono, né utile,
allora preferisco
non saperlo e ti consiglio di dimenticarlo».
L’UDC puzza di fascismo, e questa
puzza non mi garba, punto.
Cicuta
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